lunedì 23 febbraio 2015

Giorno Pagano Europeo della Memoria



Veduta del Foro Romano
@Djablessa

«L'Augusto Imperatore (Teodosio) ad Albino, prefetto del pretorio.
Nessuno violi la propria purezza con riti sacrificali, nessuno immoli vittime innocenti, nessuno si avvicini ai santuari, entri nei templi e volga lo sguardo alle statue scolpite da mano mortale perché non si renda meritevole di sanzioni divine ed umane. Questo decreto moderi anche i giudici, in modo che, se qualcuno dedito a un rito profano entra nel tempio di qualche località, mentre è in viaggio o nella sua stessa città, con l'intenzione di pregare, venga questi costretto a pagare immediatamente 15 libbre d'oro e tale pena non venga estinta se non si trova innanzi a un giudice e consegna tale somma subito con pubblica attestazione. Vigilino sull'esecuzione di tale norma, con egual esito, i sei governatori consolari, i quattro presidi e i loro subalterni.
Milano, in data VI calende di marzo sotto il consolato di Taziano e Simmaco.»
Era il 24 febbraio del 391 d.C. quando con questo decreto, Nemo se hostiis polluat, l’imperatore Teodosio I bandì per sempre il culto pagano nel suo regno a favore di quello cristiano.

Vorrei sviluppare brevemente ciò che accade nei 30 anni precedenti a questa data e cosa portò ad una decisione destinata a cambiare le sorti del mondo allora conosciuto ripercuotendosi come uno tsunami nei secoli che seguirono fino ai giorni nostri.

Era il 367 quando Graziano venne nominato augusto dal padre Valentiniano I, aveva solo 8 anni all’epoca. I giorni di un ritorno al paganesimo erano oramai lontani l’imperatore Giuliano che ancora difendeva questa religione era morto e Valentiniano imperatore in Occidente aveva oramai abbracciato il credo di Nicea, pur tollerando l’esistenza delle due fedi religiose. 
Nel 375 Valentiniano I morì in Pannonia troviamo a governare Valente e Graziano che si ritrovò affiancato nel ruolo dal fratellastro, Valentiniano II, di soli quattro anni, acclamato dall’esercito come Augusto, ma privo di poteri data la giovane età.
Nel 378, dopo la disfatta di Adrianopoli, dove l’imperatore d’Occidente Valente trovò la morte, l’intero potere passò nelle mani di Graziano. L’anno successivo, preoccupato per le sorti del regno, i barbari erano ormai alle porte di Costantinopoli, nominò Augusto delle terre dell’Oriente, il generale spagnolo Teodosio. Questi, con tutta la sua abilità marziale riuscì a ripristinare i confini dell’impero e sconfiggere i Visigoti. 

Tra i due imperatori, iniziò, una stretta collaborazione sia sul piano politico che religioso.  Entrambi erano ferventi cristiani, al punto da rinunciare alla massima carica spirituale dell’impero, quella del Pontefice Massimo. 
Inoltre, entrambi, subirono l’influenza del vescovo di Milano, Ambrogio, sì il famoso Sant Ambroeus! L’ascendete del prelato portò, nel 380, all’emanazione dell’editto di Tessalonica da parte di Teodosio, firmato, successivamente, anche dagli altri due augusti Graziano e Valentiniano II. Questa ordinanza imponeva a tutti i sudditi del regno di professare la religione cristiana nella testimonianza della fede ortodossa. 

«Vogliamo che tutte le nazioni che sono sotto nostro dominio, grazie alla nostra carità, rimangano fedeli a questa religione, che è stata trasmessa da Dio a Pietro apostolo, e che egli ha trasmesso personalmente ai Romani, e che ovviamente (questa religione) è mantenuta dal Papa Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, persona con la santità apostolica; cioè dobbiamo credere conformemente con l'insegnamento apostolico e del Vangelo nell’unità della natura divina di Padre, Figlio e Spirito Santo, che sono uguali nella maestà e nella Santa Trinità. Ordiniamo che il nome di Cristiani Cattolici avranno coloro i quali non violino le affermazioni di questa legge. Gli altri li consideriamo come persone senza intelletto e ordiniamo di condannarli alla pena dell’infamia come eretici, e alle loro riunioni non attribuiremo il nome di chiesa; costoro devono essere condannati dalla vendetta divina prima, e poi dalle nostre pene, alle quali siamo stati autorizzati dal Giudice Celeste.»
I cristiani vennero, così, distinti in due tipologie: i catholici, coloro che trovavano il consenso imperiale, e gli heretici, uomini che subivano il castigo non solo divino, ma anche quello del sovrano. Questa piccola distinzione sancì la nascita dello stato confessionale e, con essa, l’inizio di un periodo di intolleranza religiosa ed ideologica, volto alla discriminazione tra gli stessi sudditi verso una vera a propria “caccia all’eretico”. Inoltre con questo proclama i profitti dei sacerdoti pagani vennero versati nelle tasche di quelli cristiani che, nel frattempo, acquisirono enormi privilegi in seno alla costituzione del regno. 

Il culmine dell’antipaganesimo di Graziano culminò nel 382, sempre influenzato da Ambrogio, ordinò la rimozione della statua e dall’altare della dea Vittoria dalla curia senatoria. Vani furono i tentativi per veder revocata la decisione da parte dei membri della massima istituzione politica dell’epoca e dei patrizi pagani: uomini che si battevano nel nome di una libertà di culto e di una tradizione millenarie. 
Allo stesso modo, in Oriente, Teodosio, autorizzò la distruzione dei templi pagani di Apollo e di Delfi.
Sempre nel 382 venne, inoltre, ordinata da Graziano la confisca dei beni appartenuti a tutti i culti pagani e la soppressione dei collegi sacerdotali.
Teodosio, più subdolo, ordinò, invece, che i templi più belli venissero trasformati in tempi cristiani e, l’anno successivo, rinominò il Dies Solis, festa di Elios, in dies dominicus, giorno del signore, la domenica, ancora oggi sacra a tutti i credenti cristiani. 

Graziano morì nel 383, le sue misure a favore del cristianesimo e a persecuzione dei pagani, vennero attuate dai suoi successori, tra cui Teodosio.
Vi fu un breve di tentennamento da parte di quest'ultimo intorno al 389, quando a Roma, per la prima volta, celebrò il trionfo, una tipica cerimonia pagana in onore del generale che aveva conseguito una vittoria importante. In questa occasione la nobiltà patrizia cercò di attirare a sé i favori del sovrano che, per mantenere i giusti equilibri e non trasmettere un senso di rottura definitiva con questa parte della popolazione, decise di avvalersi di persone non cristiane in alcune cariche importanti in seno alla propria corte. Atto che mirava anche ad affermare una sorta di indipendenza dalla Chiesa e in particolare modo dal “caro” Ambrogio che aveva iniziato a condizionare in maniera sempre più frequente le decisioni politiche dell’imperatore.

Questa breve parentesi durò poco, l’anno dopo, nel 390, la popolazione di Tessalonica si ribellò al potere e impiccò il magister militum con l’accusa di aver arrestato un auriga perché omosessuale e di non aver dato, così, corso ai giochi annuali. La risposta di Teodosio fu una cruenta rappresaglia che portò alla morte di migliaia di persone. Il vescovo di Milano, Ambrogio, saputo di questo atto infame l’obbligò ad una penitenza che si concluse nel Natale di quell’anno con una richiesta pubblica di perdono. 
Secondo molti storici questa penitenza non fu altro che una messa in scena ordita da Ambrogio, infatti le persecuzioni da parte dell’imperatore verso i pagani si moltiplicarono.
L’apice culminò, appunto, il 24 febbraio 391 con il decreto Nemo se hostiis polluat dove venne sancita la chiusura di tutti i templi e l’abolizione di ogni forma di culto pagano, anche se praticato in via privata.
Il sacro fuoco di Vesta, custodito dalla vestali nel tempio all’interno del Foro Romano, fu spento per sempre e l’ordine si sciolse. 


Tempio di Vesta all'interno del Foro Romano.
fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/90/Rom_vesta_tempel.jpg






















Da allora la religione pagana e chi la professava fu oggetto di una persecuzione che si protrasse per i secoli a venire. A muovere le fila di questo genocidio sono state le mire espansionistiche e di potere, e purtroppo tutto questo ancora avviene, sotto forme diverse, ma con le stessi basi, si dice che historia sia magistra vitæ, ma di fatto dopo quasi 2.000 anni ancora non abbiamo trovato una terapia per quel gene egoista che ci portiamo nel DNA.


Ed è per questo che oggi, tra i tanti genocidi commessi lungo la storia dell’umanità, io voglio ricordare.


Logo Giorno Pagano europeo della Memoria
fonte: http://www.giornopaganomemoria.it/simbolo.html



@Djablessa



Fonti
AA.VV., La storia - vol. 4 - Dall’impero romano a Carlo Magno, la biblioteca di Repbblica, Utet, 2004
AA.VV. a Cura di A. Schiavone, Storia del diritto romano e linee di diritto privato,Torino, G. Giappichelli Editore, 2005