venerdì 26 giugno 2015

Solstizio d’estate – Litha – San Giovanni

Anche se con qualche giorno di ritardo, era presa dai festeggiamenti e dalla mia vita ordinaria, oggi vi vorrei parlare del sabbat appena trascorso e del suo significato nei suoi tre aspetti: tradizione, neopaganesimo e cattolico.

Il 21 giugno, il solstizio d’estate, e i giorni a seguire, con il culmine il 24, sono da sempre, nella tradizione popolare e magica, momenti intensi, attimi di transizione.

Litha, uno dei sabbat minori, festeggia “un giorno fuori dal tempo”, il confine tra i mondi dei vivi e quello dei morti sono sottili, un po’ come accade a Beltane, a Samonios e al secondo solstizio, ma in questo giorno ogni cosa vive al proprio contrario. Litha rappresenta la mezzaestate narrata da Shakespeare, quella iniziata un mese e mezzo prima con i fuochi di Belenos.
I festeggiamenti, fatti di falò, danze e canti, sono dedicati alla passione e ad auspicare un raccolto di successo. La Dea, come la terra, sono gravide, i semi di Beltane germogliano in loro.
È tradizione raccogliere le erbe per essiccarle, così come facevano gli antichi druidi, nelle tradizioni popolari ancora si va a caccia di iperico e altre erbe che in questi giorni raggiungo il culmino del loro principio attivo. Una di queste, la più conosciuta è senza dubbio l’iperico, ma di questa parlerò in un post a lui dedicato, nella nuova sezione Erbario.

Il cattolicesimo ha sostituito questa festività pagana con San Giovanni, simbolo solstiziale, trova il suo alter ego nel San Giovanni delle tenebre, e diventano patroni della Massoneria.
Il primo il Battista, è stato colui che ha reintrodotto l’antico rito ebraico della purificazione: il battesimo. Cerimonia che l stesso Gesù Cristo ha preteso per essere uguale agli altri cristiani, nonostante non avesse bisogno di una funzione per remissione di peccati. lui che era senza peccato. La tradizione vuole il Battista, per altro unico santo, dopo la Madonna, che viene ricordato il giorno della sua nascita e non della sua morte, essere il patrono dell’amicizia e della fedeltà, dell’amore casto (quello dell intenzioni pure e lecite) e dell’amore coniugale (non a caso invocato dalle fanciulle in età da marito per propiziare l’arrivo di un consorte). È anche annunciatore dello Spirito, della venuta del Dio in Terra e spesso, per questo nella tradizione popolare, viene chiamato nei riti di esorcismo.
Il secondo San Giovanni è l’Evangelilsta, il discepolo più amato dal Salvatore e colui che scrisse il misterioso libro dell’Apocalisse. È il protettore dei fabbricanti di candele, teologi e studenti. È il donatore di luce ed è anche il patrono dei Templari, degli Gnostici e dei Rosa-Croce.

In questo giorno, inoltre vi è il secondo duello tra Re Quercia e Re Agrifoglio, due fratelli che nella tradizione celtica rappresentano l’anno, a vincere sarà il secondo e con lui viene sancito l’inizio del periodo buio. Strano vero? Pensare che ci stiamo avvicinando alla fase oscura dell’anno. Invece è così, a ben pensarci, il sole ha raggiunto lo zenit, il suo culmine, il punto più alto e non può che fare una cosa, scendere e con esso il giorno inizia, piano piano a ridursi. Ed è con questa riflessione che vorrei concludere: viviamo in un mondo intriso di dualismo, così come diceva Hesse “la dualità è vita, l’unicità è morte”  abbiamo, per la seconda volta nel corso dell’anno, luce e tenebra che si susseguono, l’una cede il passo all’altra, rammentandoci che sono le due facce di una stessa medaglia, così com’è il mondo.

Djablessa 26/06/2015