sabato 21 marzo 2015

Equinozio di primavera - Ostara

Oggi vorrei parlare, casualmente, dell’equinozio di primavera, la festa di origine germanica dedicato alla dea della fertilità Eostre.
Secondo una leggenda la dea trovò, verso la fine dell’inverno, un uccello ferito lungo una sua passeggiata nei boschi. Mossa da compassione, per salvargli al vita visto il freddo lo trasformò in una lepre, in modo da fargli trovare un rifugio adeguato fino alla stagione successiva. Ma qualcosa non completò questa trasformazione tanto che l’animale mantenne la capacità di deporre le uova, che lasciò alla dea a ringraziamento di questo atto di compassione.
Purtroppo questa è l’unica testimonianza in nostro possesso che confermi l’esistenza di una dea così antica. Essa non compare nell’Edda, benché molti studiosi siano concordi a credere che il culto fosse circoscritto ad alcuni ceppi germanici, ma non in tutto il nord, è vero, però, che Beda il Venerabile, accademico cristiano, nel 725 d.C. descrive, nella sua opera De temporum ratione, l’origine del mese di aprile: “Eosturmonath (mese di aprile in Gran Bretagna) ha un nome che è ora tradotto mese pasquale, e che una volta era usato in onore di una dea dal nome di Eostre, che era celebrata durante questo mese
Che fosse esistita o no, questa dea è oramai, con l’avvento del neopaganesimo e della Wicca, diventata il simbolo della primavera. 


Anticamente la festività pagana voleva celebrare, e ancora celebra, la rinascita della vita: le sacerdotesse accendevano un cero simbolo della fiamma eterna dell’esistenza che poi veniva riposto nei templi dedicati alla dea e spendo il giorno successivo. 
La fanciulla che diventa donna, così come il dio. Insieme pronti a fondersi in una danza di vita composta dall’innamoramento e dalla trasformazione del proprio essere. I protagonisti sono Persefone che torna dagli inferi e Pan, simbolo di fertilità per antonomasia. 


Rappresentazione dea Ishtar
Nella culla della civiltà, in Mesopotamia, si festeggiava il ritorno del dio Tammuz (metafora del sole primaverile) tra le braccia di sua moglie Ishtar (la Terra) che raggiunse gli inferi (inverno) per ritrovarlo dopo la sua morte per mano di un cinghiale. 

Secondo gli antichi Etruschi in questo giorno iniziava il nuovo anno poiché collegato all’aurora, all’est, al sorgere del sole. Veniva così fatta un’offerta all’Aurora degli Dei dell’Oscurità, per lo studioso L.B. Van der Meer, paragonabile alla storia di Persefone. 
Con Aurora viene festeggiata anche Tinia il dio della vegetazione e degli alberi. Pertanto anche per loro l’equinozio di primavera era la festa della rinascita, della luce e della vegetazione (simboli del del rinnovamento) e, non da ultima, della vita eterna.

Ma veniamo alla cultura romana che in questo giorno festeggiava la resurrezione del dio Mitra, nato nel periodo del solstizio invernale, vi ricorda niente? 

Infine, con il cristianesimo la festa venne assimilata alla Pasqua, giorno di resurrezione del Cristo (la sua rinascita, insomma) e, guarda caso, la data di celebrazione è basata su aspetti essenzialmente pagani: il primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera. 
Tanto rimane forte la radice antica che in diverse lingue il nome è ancora collegato alla dea germanica: Easter in l’inglese e Ostern in tedesco.  Allo stesso modo anche i simboli più importanti della celebrazione pagana sono stati trasferiti in quella cattolica: il coniglio/lepre che rappresenta la fertilità vista la sua velocità nel prolificarsi, e l’uovo metafora dell'embrione primordiale da cui scaturisce l'esistenza (concetto di uovo cosmico già presente in antichi miti della creazione della zona mediterranea ed in molte altre culture extra europee).  

Al di là della simbologia, della storia, del credo culto religioso, è indubbio che l’equinozio di primavera festeggia il ritorno della luce, che dura di più rispetto al buio, almeno fino al solstizio. I “nostri vecchi” vedevano così scandire il passare del tempo e l’inizio della stagione delle semine per poi coltivare quello che sarebbe stato consumato, una volta maturato, durante il corso dell’anno e conservato per i mesi freddi. 


Armiamoci di fiori dai colori pastelli ad abbellire le nostre case (tempo permettendo); candele gialle, azzurre, rosa, verdi ad illuminare le nostre serate; dipingiamo uova da appendere ad un albero (vi lascio la foto di quelle fatte in casa mia), organizziamo una caccia a quelle di cioccolato per i nostri figli; facciamo in modo che la primavera vibri in noi e in ciò che ci circonda. 

Quindi ragazze e ragazzi festeggiamo questo splendido giorno, anche se oggi il cielo da me è plumbeo, festeggiamo il sole che ritorna, lasciamoci invadere dal suo calore e dalla sua vitalità, facciamola nostra e facciamo in modo di essere pronti ad un cambiamento limitato o radicale che sia, ma diamoci la possibilità di rinnovarci in meglio sia come persone che come società.


2 commenti:

  1. e allora cin cin !!!!!
    alla vita, all'amore, alla famiglia e ai nuovi sogni,
    ad ogni pagina nuova che si profila inaspettata davanti a noi,
    ad ogni nuova idea,
    allo stupore
    e alla gioia che brilla negli occhi.
    Alla luce!

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    1. Grazie cara!
      Come cantano i Folkstone "brindo alla vita!"

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